Ottobre 12, 2024

Frida Kahlo: la pittrice figlia del mondo

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Pittrice, donna, rivoluzionaria, anticonformista: queste sono solo alcune delle parole utili per descrivere l'iconica Frida Kahlo.

6 luglio 1907. Può sembrare un giorno normale, senza significato. Ma per il Messico rappresenta, inconsapevolmente, una data molto importante. Il motivo? A questo giorno si fa risalire la nascita di un simbolo, un’icona: Frida Kahlo. 

Primi anni e adolescenza di Frida 

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderòn, nome completo della pittrice, nasce a Città del Messico. Suo padre è un fotografo di origine tedesca e sua madre una benestante con origini messicane e amerindie. La sua vita risulta essere complicata sin da subito: è infatti affetta – come sua sorella – da spina bifida (anche se all’epoca questa patologia venne scambiata per poliomielite). 

Sin da subito mostra un carattere anticonvenzionale, ribelle e uno spirito indipendente e passionale: a ciò si aggiunse, naturalmente, uno spiccato senso artistico. Nonostante questa vena artistica sempre presente dentro di lei, Frida voleva diventare medico, e per questo motivo si iscrisse alla Escuela Nacional Preparatoria. Qui conobbe colui che sarebbe diventato il suo primo ragazzo: Alejandro Gòmez Arias. 

Le aspirazioni di Frida, però, vennero spazzate via quando aveva 18 anni. Il 17 settembre 1925 fu coinvolta in un terribile incidente che coinvolse l’autobus – su cui viaggiava insieme a Gomez Arias – e un tram. Le conseguenze furono disastrose: in totale Frida subì 32 operazioni chirurgiche, fu costretta a portare un busto molto rigido di gesso e un lungo riposo forzato a letto. Per avere un quadro completo, la Kahlo subì traumi lungo la colonna vertebrale, al collo del femore, all’anca, alla gamba sinistra, al piede destro, alla spalla sinistra e all’osso pelvico.

Durante il lungo periodo di convalescenza, i suoi genitori decisero di mettere uno specchio sulla parte alta del suo letto a baldacchino così che Frida potesse ritrarsi nei suoi dipinti. La stessa Frida, quando le venne chiesto perché la maggior parte dei suoi quadri l’aveva come soggetto, rispondeva che non poteva dipingere nient’altro, perché “io sono il soggetto che conosco meglio”. 

L’incontro e la relazione di Frida con Diego Rivera 

Finita la convalescenza, Frida decise di vivere d’arte: per questo motivo portò alcuni dei suoi quadri all’attenzione di Diego Rivera, uno dei pittori più in voga dell’epoca, per avere un suo parere. Rivera rimase folgorato dallo stile di Frida tanto da inserirla nella scena culturale e politica dell’epoca. 

Da questo momento in poi iniziò un sodalizio artistico che si trasformò successivamente in qualcosa di più. I due si innamorarono e, nonostante Rivera fosse notoriamente un uomo fedifrago, arrivarono a sposarsi nel 1929. 

Frida e Diego

Non molto tempo dopo il matrimonio, Rivera ottenne un incarico importante a New York, così i due si trasferirono lì. Tuttavia, la loro permanenza nella Grande Mela non durò a lungo: Frida rimase incinta per poi abortire -il suo fisico debilitato non aveva retto-, rimanendo molto scossa. Inoltre, al marito fu revocato l’incarico per la raffigurazione di un operaio con il volto di Lenin. 

Ecco che tornarono in Messico, pur decidendo di vivere in due case separate ma unite da un ponte, per potersi esprimere creativamente in modo individuale ma non essendo completamente separati. In quegli anni, Frida aveva accettato di buon grado i numerosi tradimenti del marito avendo lei stessa delle brevi relazioni extraconiugali sia con uomini che con donne. Ci fu però un evento in particolare che la ferì a tal punto da spingerla, nel 1939, a chiedere il divorzio. Si era trovata infatti di fronte all’ennesimo tradimento del marito non con una donna qualunque ma con la stessa sorella di Frida, Cristina. 

La separazione tra i due durò solo un anno, perché nel 1940 Diego tornò da Frida chiedendole, ancora una volta, di sposarlo. Lei, pur essendo ancora risentita per il tradimento con la sorella, decise comunque di accettare perché in cuor suo provava ancora dei sentimenti molto forti nei suoi confronti. 

Continuarono anche le relazioni extraconiugali di Frida: la più discussa fu quella con il rivoluzionario russo Lev Trotsky, ma si ricordano anche la cantante Chavela Vargas e, probabilmente, anche l’italiana Tina Modotti. 

La salute di Frida, suo malgrado, fu sempre più cagionevole e non le fu di certo favorevole. Si sa che avrebbe voluto molto avere dei figli, ma purtroppo l’incidente avuto da giovane le ha impedito di realizzare questo suo desiderio. La donna si spense per un’embolia polmonare nel 1954 -un anno prima le avevano dovuto amputare una gamba, andata in cancrena-. Accanto a lei, come sempre, l’amato Diego. 

Stile pittorico di Frida

Quando ci si approccia ai quadri di Frida Kahlo, non si può fare a meno di pensare di come le sue opere siano sempre state uno specchio della sua vita: sono diretti, crudi, sofferenti ma anche folcloristici. Il motivo per cui sono famose in tutto il mondo? Frida mette olio su tela i suoi sentimenti, come nel quadro “Ospedale Henry Ford” -che rappresenta il drammatico momento dell’aborto- o nel celeberrimo “La colonna spezzata”, esemplificativo dell’incidente. 

Frida Kahlo, “Ospedale Henry Ford” (1932)

Anche Diego viene rappresentato nei suoi quadri: all’interno del suo cervello, indicando il suo essere un pensiero fisso o come colui che ha sia “riparato” che rotto il suo cuore, amandola e tradendola. 

Nella cultura di massa tra passato, presente e futuro 

La storia di Frida è diventata ancora più conosciuta grazie alla trasposizione cinematografica realizzata nel 2002, che mette nero su bianco quello che è stata, tra gioie, dolori e vita politica. Protagonista della pellicola la star Salma Hayek.

Abbiamo anche un riferimento – o una dedica, secondo i punti di vista -, nella canzone “La casa azul” di Marco Mengoni: il titolo fa riferimento alla casa natale di Frida, attualmente museo a lei dedicato (per volontà di Rivera). Il testo, inoltre, può essere considerato come una parafrasi della sua vita. 

Nel 2018 il MUDEC, museo delle culture di Milano, ha portato in Italia per la prima volta molte delle opere della Kahlo, allestendo una mostra che ha raggiunto un boom di visite per tutta la durata della stessa.

“Viva la vida!”, diceva Frida. E noi, coscienti di quello che ha passato, non possiamo che prendere esempio da questa affermazione. 

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