Ottobre 7, 2024

“SENTO DUNQUE SONO”: l’affascinante mondo delle emozioni

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Le emozioni ci permettono di comunicare e conoscere l'ambiente circostante. Sono il motore della vita ed il mezzo tramite il quale prendiamo le decisioni.

“C’è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore sapienza”, così argomentava Friedrich Nietzsche!

Negli anni novanta del secolo scorso il neurologo delle emozioni Antonio Damasio, ha riaffermato l’importanza del sentire corporeo nel suo libro “L’errore di Cartesio”. Il filosofo francese René Descartes (Cartesio) aveva in precedenza considerato il corpo (la regolazione biologica) e la mente (i processi razionali) come entità separate; esprimendo la superiorità del pensiero con la sua formula ” cogito ergo sum” (penso dunque sono).

Prima di pensare, secondo Damasio, noi semplicemente siamo ed esistiamo attraverso il rapporto indissolubile del corpo con la mente: sento dunque sono.

La parola emozione deriva dal latino emovère che significa (ex= fuori + movere = muovere) intesa come movimento, agitazione che parte dal corpo e si dirige all’esterno. Il corpo è il substrato tramite il quale il cervello costruisce immagini e le elabora sotto forma di pensiero; esso permette la costruzione del mondo interno e della soggettività.

Charles Darwin con la sua prospettiva evoluzionistica aveva evidenziato la funzione adattiva delle emozioni, come risposta alle emergenze ambientali. Inoltre l’espressione facciale delle stesse era fondamentale per la sopravvivenza e la comunicazione con i membri del proprio gruppo di appartenenza.

Secondo Darwin alcune espressioni facciali emozionali sono innate e possono apparire in forma simile anche in molti animali ed in razze umane diverse. Ulteriori studi hanno poi evidenziato la loro presenza in bambini molto piccoli o che mostravano problemi di cecità.

Lo psicologo Paul Ekman ha approfondito la teoria biologica-innatista delle emozioni, scoprendo che le espressioni di rabbia, disgusto, felicità, tristezza, paura e sorpresa (emozioni base) sono identiche sia negli indigeni della Nuova Guinea, che nelle culture occidentali moderne. Inoltre anche le regole di esibizione culturalmente apprese, le “display rules”, secondo Ekman hanno un ruolo importante nell’espressioni emotive, in quanto prescrivono il modo di manifestarle in base al contesto sociale: intensificandole, attenuandole, inibendole o mascherandole.

Quando parliamo di esperienze emozionali ci riferiamo ad un processo multicomponenziale che implica: la componente cognitiva che consente di valutare lo stimolo; quella fisiologica che predispone l’organismo ad affrontare la situazione; la componente espressiva che concerne la modulazione dell’esibizione esterna dei vissuti provocati e la parte comportamentale, cioè l’agire concreto, in relazione anche alle motivazioni.

Damasio ha inoltre evidenziato l’importanza delle emozioni nelle capacità di decision making, studiando particolari casi di lesioni alla corteccia prefrontale ventromediale (implicata nei processi emotivi-decisionali). L’incapacità di sentire le proprie emozioni può determinare la perdita dell’abilità di fare programmi a lungo termine e di comprendere ciò che è davvero vantaggioso.

Le emozioni inoltre funzionano da “marcatore somatico”: quando pensiamo ad esempio ad un esito negativo legato ad un’opzione di scelta, possiamo percepire un “peso alla bocca dello stomaco”, che riguarda quindi il corpo (somatico) e nello stesso tempo questo stato “contrassegna” un’immagine di successo o insuccesso, fungendo dunque da marcatore. I marcatori vengono acquisiti attraverso l’esperienza con un processo di apprendimento continuo.

Le emozioni si suddividono in primarie (di base) esperite per mezzo del sistema limbico; quelle secondarie (complesse) che si determino per mezzo della socializzazione (come vergogna, colpa, speranza, gratitudine) che coinvolgono le cortecce prefrontali e somatosensitive.

Le esperienze emozionali sono infine alla base dei sentimenti, i quali sono definiti da Damasio come l’esperienza di tali cambiamenti corporei in giustapposizione alle immagini mentali che hanno creato quello stato. I sentimenti in definitiva ci consentono di «porre mente al corpo», di avere la consapevolezza del nostro stato muscoloscheletrico e viscerale.

Carl Gustav Jung diceva : senza emozione è impossibile trasformare le tenebre in luce e l’apatia in movimento.

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