Ottobre 8, 2024

Cambiamento Climatico e strategie per affrontarlo

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Il fenomeno noto come Cambiamento Climatico (o Climate Change) è ormai riconosciuto dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica. Gli esseri viventi devono mettere in atto nuove strategie per affrontarlo.

Parlando di Cambiamento Climatico con un “non addetto ai lavori” otteniamo diverse reazioni: qualcuno pensa sia un problema secondario, altri lo negano e alcuni riconoscono che è un problema da affrontare subito. Purtroppo è un fenomeno difficilmente “tangibile” in prima persona. In molti tendono a sottovalutare, ignorare o negare il problema, anche perché non sembra che la nostra vita quotidiana venga effettivamente intaccata. Qualche grado in più in estate che sarà mai? Se poi è un problema deve durare per molto tempo prima di fare danni, giusto? Purtroppo no.

Il Cambiamento Climatico sta avvenendo adesso e in tutto il mondo. La prolungata siccità che ha colpito la Siria, dal 2006 al 2011, è una delle cause del conflitto in corso. La desertificazione spinge le popolazioni africane a combattere tra loro o emigrare in cerca di una vita migliore. L’acidificazione degli oceani, unita al sovrasfruttamento delle risorse ittiche, sta causando un collasso delle reti trofiche (ne parliamo nel prossimo paragrafo). Inquinamento e fenomeni metereologici estremi stanno impattando negativamente l’agricoltura a tutte le latitudini. Gli uccelli migratori tendono ad effettuare i loro spostamenti con tempistiche sfasate rispetto alle loro fonti di nutrimento e così si trovano senza cibo. Una situazione simile si riscontra con gli impollinatori, che possono uscire dalla fase invernale troppo presto o troppo tardi rispetto alla fioritura delle piante nutrici. 

Le reti trofiche

Partiamo da un concetto che viene affrontato fin dalle scuole elementari e che ai più è noto come “catena alimentare”. La catena alimentare identifica la sequenza con cui il nutrimento passa da un livello all’altro (produttori, consumatori primari, consumatori secondari, ecc…). Il concetto di rete trofica aggiunge complessità a quello di catena alimentare, infatti un organismo generalmente fa parte di più catene interconnesse. Un esempio? Le rane sono animali insettivori, si nutrono di farfalle, mosche, grilli, ecc… Sono quindi dei predatori di numerose specie di animali, ma sono anche delle prede. Infatti possono costituire un buon pasto per molte specie di rettili, uccelli e piccoli mammiferi. La rappresentazione dello schema alimentare di questo animale somiglia, quindi, più a una rete che a una catena.

Il concetto di rete trofica è importante per capire cosa succede quando una specie si estingue: si crea uno squilibrio, un “buco” nella rete. 
Alcune prede possono aumentare a dismisura, in mancanza del loro “nemico naturale”, talvolta provocando danni anche all’uomo. 
I predatori esclusivi, quelli cioè che cacciano un solo tipo di animale, sono destinati a estinguersi a loro volta. 
I predatori non esclusivi si rivolgeranno ad altre prede ed alcune di queste potrebbero a loro volta estinguersi a causa dell’aumento della predazione.

Adattati o fuggi

Il Cambiamento Climatico può essere responsabile da solo dell’estinzione di una specie, ma spesso concorrono vari fattori, come nell’esempio dell’acidificazione degli oceani più pesca eccessiva di prima.

Una specie che si trovi a dover affrontare un cambiamento nel proprio habitat ha 2 possibilità di salvezza: adattarsi alla nuova condizione o spostarsi. Se non riesce a mettere in atto una di queste strategie è condannata all’estinzione. 

L’adattamento si verifica quando in una popolazione è presente una variabile che permette di affrontare con successo la nuova condizione data dal Cambiamento Climatico. Prendiamo ad esempio il caso dell’aumento di temperatura. Se alcuni individui di una popolazione sono più resistenti al caldo, si riprodurranno con maggiore successo, pertanto continueranno a vivere nella stessa area geografica.

Lo spostamento invece si verifica quando gli individui di una popolazione hanno la possibilità di raggiungere un’area geografica limitrofa, che presenta condizioni di vita migliori. Nell’esempio in questione cercheranno zone più fresche, spostandosi a maggiori altitudine o latitudine.

Cosa sta succedendo

Ad oggi sono già state individuate numerose specie che, per effetto del Cambiamento Climatico, tendono a spostare il proprio areale. Ad esempio animali e vegetali tipici di aree pedemontane, sempre più spesso vengono individuati a quote maggiori. 

Non è detto però che lo spostamento sia un modo efficiente per affrontare il problema. Consideriamo gli organismi che vivono in vaste zone pianeggianti a latitudini medio-basse. Non avendo montagne nelle vicinanze possono tentare di migrare verso nord, il che può voler dire uno spostamento di migliaia di km. È facile intuire che alcuni animali potrebbero anche riuscire a compiere un viaggio simile, ma per le specie vegetali la situazione è ben diversa. Un organismo vegetale può tentare di colonizzare una nuova area disperdendo i propri semi, ma non è detto che attecchiscano. Questo significa che un erbivoro che si sposta a una latitudine maggiore potrebbe non trovare i vegetali adatti alla sua alimentazione.

A questo punto dovrebbe risultare chiaro che il Cambiamento Climatico è un argomento piuttosto complesso. Quello che per l’uomo sembra essere un problema minore, come l’aumento di temperatura, è in realtà un problema grave, che richiede soluzioni specifiche. Per questo è importante cercare di capire tutte le sfaccettature e riconoscere gli impatti su tutti i viventi, uomo compreso.

Per approfondire

http://maps.tnc.org/migrations-in-motion/#3/19.00/-78.00
https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/pubblicazioni-di-pregio/atlante-della-migrazione-degli-uccelli-in-italia

Lovejoy T.E., Hannah L., Biodiversity and Climate Change, trasforming the biosphere, Yale University Press, 2019.

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